Il mese di Settembre per Bari, ma potremmo dire per la Puglia e forse per l’intero Mezzogiorno, è sempre stato uno snodo temporale fondamentale per la ripresa delle attività produttive dopo la pausa estiva che si coniuga con un’analisi del contesto economico dei mesi a venire e con relativi impegni programmatici istituzionali, che trovano nell’appuntamento settembrino della Campionaria, un florido crocevia di interessi economici e di programmazione di politiche economiche nazionali e locali.
E’ fuori discussione l’influenza negativa dell’era Covid 2020-2021 sull’impianto organizzativo che occorre mettere in campo per raggiungere obiettivi e risultati che tutti si aspettano da un evento economico-istituzionale, così importante che vive nel nostro territorio dal lontano 1930.
Lo scorso anno, pur nel pieno della tempesta dell’era Covid, si è coraggiosamente mantenuto l’impegno ad organizzare la Campionaria, pur spostandola ad Ottobre, con risultati certamente non all’altezza della storia della Fiera del Levante, ma certamente un impegno lusinghiero da parte delle istituzioni e della stessa società di gestione, Nuova Fiera del Levante srl, che hanno mantenuto una luce accesa, quella dei padiglioni della Fiera del Levante, nel buio pesto che l’emergenza Covid aveva portato nel nostro territorio, tra gli operatori economici e, soprattutto, tra la gente, impaurita dallo stare insieme per le ovvie ragioni di incalzare dell’epidemia.
A distanza di un anno da un’edizione, coraggiosa ma sottotono, ci aspettavamo una Campionaria della rinascita, una 85^ edizione che fosse una ripresa di quella resurrezione avutasi nel 2019 che aveva portato nel nostro quartiere fieristico 300.000 visitatori a sostenere e rilanciare gli operatori economici che avevano ripreso a valorizzare i loro affari commerciali con la loro presenza nella Campionaria barese.
L’amara constatazione è invece di vivere il peggior Settembre, non solo della storia della Fiera del Levante, per la sospensione della sua 85^ edizione, ma molto probabilmente o quasi sicuramente della storia della città di Bari degli ultimi 50 anni.
Con questo settembre nero barese, il Covid 19 e i suoi nefasti effetti c’entrano solo in parte, infatti, se durante l’edizione della Fiera del Levante del 2010, la città di Bari, da un lato doveva preoccuparsi di gestire un’affluenza sul territorio di 998.000 visitatori della 74^ edizione della Campionaria barese, dall’altro doveva occuparsi della gestione del traffico o meglio della congestione che determinava lo svolgimento in contemporanea all’ultima domenica della Fiera(19 settembre) dell’ultima partita casalinga settembrina in serie A del Bari calcio(Bari-Cagliari 0-0) e tutto questo groviglio di eventi economici, istituzionali e sportivi venivano rappresentati in termini di cronaca e pubblicità nondimeno sulla Gazzetta del Mezzogiorno.
In questo vuoto settembre di “sconcerto”, ci troviamo a vivere un Bari calcio in serie C che gioca in casa con il Monterosi, per cui non se ne accorge nessuno; una Fiera del Levante con la sua Campionaria rimandata al prossimo anno e una Gazzetta del Mezzogiorno non più in edicola dal primo agosto scorso.
Una debacle pesante in termini di immagine e di posizionamento sullo scenario competitivo internazionale, come territorio e come operatore fieristico.
A settembre di quest’anno, a Milano, a Parma e a Bologna, la Fiera del Salone, la Fiera Cibus e la Fiera del biologico, hanno organizzato eventi che porteranno migliaia di espositori a vendere i loro prodotti ad altrettanti migliaia di visitatori, senza che le restrizioni Covid abbiano potuto intralciare la loro organizzazione diversamente da quanto addotto per giustificare la rinuncia alla 85^ edizione della Fiera del Levante in questo settembre.
La nostra Campionaria ci sembra essersi arresa troppo presto; la tentata programmazione forse e’ arrivata tardiva rispetto ai movimenti di mercato correlati a quelli dell’andamento epidemiologico del Covid.
Che fare? Non possiamo immaginare certo un intero anno con fiere specialistiche, perchè si rischierebbe un problema di tenuta finanziaria della gestione nel medio periodo, ne vogliamo immaginare interventi compensativi di compressione del costo del lavoro, chiedendo, come spesso accade in queste situazioni, sacrifici ai lavoratori, ne’ vogliamo impantanarci in una querelle infinita di ospedale Covid in Fiera si o ospedale Covid in Fiera no, in attesa della prossima Campionaria.
Sono necessarie ed urgenti due elementi imprescindibili, se vogliamo riposizionarci al meglio sul segmento fieristico nel panorama nazionale e internazionale:
1) la Fiera di Bologna, socia al 15% della Nuova Fiera del Levante srl, acceleri il suo investimento nella Fiera barese, portando la sua quota di partecipazione dal 15 al 40%, iniettando risorse fresche per rilanciare la programmazione e la struttura del quartiere fieristico in stretta collaborazione con l’Ente Fiera;
2) si rifletta sulla possibilità di realizzare un’imponente e importante Fiera primaverile, un Expolevante 2022 rafforzata, che possa essere la scintilla di una vera e propria ripresa del motore commerciale ed economico della Fiera del Levante, affinchè ci si possa dimenticare in fretta di questo Settembre barese 2021, vuoto in ogni direzione e vuoto anche di occasioni di lavoro stagionale per quei 50.000 disoccupati della Città Metropolitana di Bari, che spesso a Settembre trovavano un po’ di ristoro rispetto alla loro condizione di disoccupazione, nel motore della Campionaria barese e del suo indotto.

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